Notti notturne

giovedì 21 giugno 2012

De André, affiliato alle B.R.

Così i Servizi     segreti
schedarono     il cantautore
De André Fabrizio?
terr orista, anarchico     e
cantautore
        di Matteo Tassinari
Viene da sorridere. Uno canta (e in che modo) di pace, della conclusione di tutte le guerre per tutta la sua vita, denuncia i soprusi del potere verso i più deboli e dove va a finire? Sul taccuino "nero" dei Servizi segreti antiterrorismo italiani. Mi pare logico, secondo le regole poche, ma ferree (come le idee) degli apparati statali dediti alla sicurezza dell'Ordine (e disordine) targati anni '70. Verrebbe da ridere, se non fosse che è tutto vero tutto "messo a verbale", per parlare con il linguaggio di quegli ambienti dall'odore di ufficio statale vuoto. Solo perché donava una quota mensile per un abbonamento ad una rivista considerata dai Servizi extraparlamentare (in quegli anni ce n'erano a migliaia) era per forza un'allineato, un fiancheggiatore, questi erano i termini della questione.

"Imperizie    e 
negligenze" 
        Perché 
           qua ndo
si     ha
a che fare con l'illecito, che significa non chiaro, quindi anche l'arte, tutto diventa lecito, anche l'illecito, o le botte da caserma. Chiedetelo ad Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi, ucciso dalla Polizia carceraria per "imperizie e negligenze" (per usare i termini burocratici e procedurali che non rendono giustizia alla gravità dell'accaduto) con complicità di carattere medico per "mancato intervento". Chiedetelo ai famigliari di Federico Aldrovandi ammazzato la mattina a botte e calci. Ecco, questa, immagino, sarebbe stata materia per Faber, dove avrebbe aperto nuove pagine e immagini virtuose oltre che vertiginose e inchiodare i criminali alle loro imprecisioni fattuali. Del resto, il tema del Potere dei più forti sui più deboli, è evidente che sia tra i più suggestivi ad aver colpito la sensibilità e la poetica dell'artista genovese, divenendo fonte primaria d'ispirazione creativa per Fabrizio.
"...e il divieto di parlare"
La Domenica

delle "Palme"
Un potere non soltanto
politico, lontano, istituzionale, ma vessatorio, vendicativo, capace di snaturare tutto, alterare i linguaggi e capovolgerli al proprio leit motiv. Come insabbiamenti, coperture, occultamenti di documenti quando va bene, di cadaveri quando va proprio male. Archiviazioni immotivate o segrete, foto e dossier scomparsi per porre merda davanti al ventilatore come in un Palmizio esotico dei lunghi corridoi vuoti d'innocenza. In una parola: seppellire, tutto.
"Nella domenica delle salme", ma non solo Faber registra un capolavoro in questo mondo dove tutto può essere il contrario di tutto e di come la gente subisca tutto senza neppure fiatare, figuriamoci reagire. L’intero canzoniere del musicista dispiega e dispensa camei che vanno in questa direzione di valenze libertarie e anarchiche che hanno influenzato una parte significativa della generazione del ’68, quella meno chiassosa e più accorta e che non viveva l'obbligo di andare in piazza a manifestare contro i cellerini o fare a botte con la Polizia. La parte più sana e meno stupida. Quel che più stupisce oggi, è che giovani neanche 30enni, chiedono di Fabrizio, curiosi del suo modo di vedere il mondo, più di quanto si pensi.
Personaggio    pericoloso,

ci    mancava tra il losco ed il brusco
Mquesto agli Spioni di Stato sfuggì sempre, come il gracchiare delle cicale in dicembre sotto la neve. De André, a sua insaputa, era stato MARCHIATO a vita come "Sovvertitore della democrazia", della quiete democratica di chi s'accontenta, senza essersi mai atteggiato ad agit-prop e con la fedina penale pulita come Bocca di Rosa. Niente. Per i Servizi era "personaggio infido e pericoloso" dichiarano nei dossier. Un modo come un altro per perdere tempo. Tutto iniziò a ridosso dell’attentato di piazza Fontana, quando gli attivisti della sinistra extraparlamentare di allora furono sottoposti a perquisizioni e interrogatori, senza spiegazioni o preavvisi. Tra le centinaia d'inquisiti figura un certo Mabellini, considerato vicino a lotta Continua.
 Norme,     dispacci, 
balenghi, caserme
Si legge, in una nota informativa del Sismi: "Il Mabellini è in amicizia con tale De André Fabrizio, non meglio generalizzato, ligure, universitario a Milano, noto cantautore e contestatore", da ridere davvero, immaginare quattro ventri obesi, le scrivanie anni '70 e la macchina per scrivere Olivetti, alta, quella tipica delle caserme dell'epoca durante gli interrogatori dove si volava per cadere sull'asfalto senza averci capito nulla. Con inflessibile logica burocratica, misera e amministrativa, stupirebbe il contrario. La segnalazione coinvolge il musicista nelle indagini, sempre a sua insaputa. Dal ministero dell’Interno chiedono ragguagli al questore di Brescia che aggiorna il fascicolo con le seguenti parole: "Le Questure di Milano e Genova sono pregate di identificare subito il De André Fabrizio e fornire direttamente sul suo conto dettagliate informazioni". Fabrizio, intanto, componeva la "Canzone dell'amore perduto", scriverei per controverso a sua insaputa ostinata e contraria. Dal sublime al ridicolo, talvolta, c'è soltanto un passo, come disse l'imperatore francese sporcaccione che ravanava sovente le proprie cavità auricolari.
Se ti tagliassero a pezzetti, l'istinto della umana devastazione video clip
Sotto osservazione
15 giorni e la questura di Genova redige una carioca quanto bizzarra deposizione a tratti e ticchi loca e surreale. Leggete bene, è spassoso: "Il De André Fabrizio, noto cantautore, pur essendo studente universitario - come se le due cose fossero antitetiche - fuori corso in giurisprudenza e amante del bere quanto donnaiolo libertario (birboncello), si interessa di questioni artistiche, provvede alla incisione dei dischi delle proprie canzoni, ha effettuato qualche spettacolo in televisione, ma non appare mai nei pubblici teatri.
Accompagnato sempre dalla moglie, viaggia a bordo dell’auto Fiat 600 targata GE-293864 ed è titolare di un passaporto. Non risultano precedenti penali a suo carico. In linea politica, pur non essendo aderente ad alcun partito o movimento, è comunque simpatizzante per l’estrema sinistra e frequenta, in Genova, persone note per orientamento o favorevoli ad ambienti Anarchici". Alla vicenda s’interessa il questore di Milano, Marcello Guida, assertore della pista rossa per la bomba stragista, che fa sorvegliare le frequentazioni milanesi del "sedicente" De André.
Il tormento      della Tv
"Il predetto De André, cantautore, viene regolarmente in questo capoluogo ogni mese, alloggiando all’Hotel Cavour in via Fatebenefratelli e ripartendo il giorno successivo, dopo aver preso contatti con dirigenti di case discografiche". Faber continua a scrivere capolavori come "800" scritta con Mauro Pagani (e chi è? il suo arrangiatore musicale) lo stralcio artistico satirico più geniale che abbia mai sentito nella mia vita, ma che l'amico YouTube questa volta non ha. Va pure detto che Faber era assai restio al mostrarsi all'occhio delle telecamere. Lo riteneva un momento sprecato, ma era solo paura d'esibirsi di fronte a delle folle perché lui non si riteneva un attore.
Come si fa a non amare uno così?
"Il De André,
persona
Attenzionata

L’attenzione investigativa sembrava si fosse affievolita, tranne poi a riprendere con maggiore insidiosità quando il "Sismi Antiterrorismo" relaziona al Ministero Interni dell’acquisto di "un appezzamento di terreno in località Tempio Pausania (Sassari) dove intenderebbe istituire una comune di sinistra. Nei periodi di permanenza in Genova, lo stesso avrebbe contatti con elementi appartenenti al gruppo anarchico d'Indipendenza sarda (a parte che su questo argomento era stato pubblicato un servizio su Rai1 ndr) . Il De André è persona nota a codesto Ministero che ne segue attentamente le abitudini." Truffat direi che c'aveva visto bene coi suoi film.
In ogni caso l’antiterrorismo 
ligure accerta che il musicista è "emigrato in data 12/3/1976 a Tempio Pausania" e invia all’Ispettorato Generale per l’Azione Contro il Terrorismo e al Nucleo Antiterrorismo di Cagliari un nutrito rapporto in cui si registra la sua adesione al Comitato genovese per la difesa del divorzio, come se questo rivestisse reati penali e chissà qualòi disegni oscuri contro la nazione, buffoni! Siete solo dei poiveri buffoni che sapevano come ingannare il tempo, per questoi siete statai così capaci ad ingannare la gente, Servizi del piotere occulto, il più forte in quanto invisibile. Trascorso un triennio, un aggiornato promemoria viene inserito dal Sisde in due distinte collocazioni archivistiche: "Brigate Rosse e Varie" e "Fabrizio De André". Siamo alla follia, praticamente, ad un seme dio follia che con le sue canzoni aveva decantato come si fa con l'acido per toglierli il suo potere dannoso, ossia le sue canzoni erano davvero l'unico vaccino contro le porcherie del potere sporco. Scusate, lercio volevo dire.

Misteri puffi
I malevoli investigatori ignorano invece la produzione artistica del musicista, che durante i primi anni '70, quando il terrorismo di sinistra era in incubazione, dedica il 33 giri, "Storia di un impiegato", a un sessantottino deluso tramutatosi in giustiziere proletario, visitato da incubi notturni in cui il sistema si fa beffa di lui e lo utilizza per rafforzarsi: "Noi ti abbiamo osservato dal primo battere del cuore/fino ai ritmi più brevi dell’ultima emozione/quando uccidevi, favorendo il potere/i soci vitalizi del potere ammucchiati in discesa/a difesa della loro celebrazione". Pur senza disporre riscontri minimamente verosimili, questori e agenti investigativi diffidano di De André, ricollegato all’eccidio di Milano e poi trasformato in fiancheggiatore delle B.R. A questo punto manca soltanto l'assassinio Kennedy, il mostro di Loch Ness e la strage della stazione di Bologna, dove pare che invece il Sismi abbia avuto un ruolo "preminente", per usare un termine in uso in quegli ambienti dove non sai mai dove iniziano e dove finiscono e quali siano le loro funzioni.

Cablo        falocchi.
E malsani!
Un’immagine farsesca, irrisoria e goffa, frutto della più gretta ottusità mentale, oltre che di personaggi storti e facili al ludibrio per uno scatto di carriera, come veniva chiamata la promozione perché i cani hanno ringhiato forte. La premiazione diventa il biscottino per il cane ben addestrato a fare il suo lavoro. Più che su Faber, questi "Dispacci", "Dossier" e "Cablogrammi" falocchi e imbrattanti, c'informano più della mentalità retriva quanto lugubre degli estensori che del soggetto in considerazione degli stessi scritti. Inadeguati sul piano professionale e sempre ben disposti a disseminare ombre, terrore, tensione e fantasmi a seconda dei desideri dei loro superiori in un pauroso deficit di cultura dove senza capirlo ti puoi ritrovare con i guinzagli ai polsi delle vene celesti. Quante pirla, amico fragile.