Notti notturne

mercoledì 24 agosto 2016

Un uomo e il suo toupè: Trump!

Parrucchini
spaventosi

        di Matteo Tassinari
Il terrore in America, quindi nel mondo, è un parrucchino. Detto anche Toupè, è un oggetto di straordinaria importanza nella vita di tutti i giorni, specialmente per un uomo con l'agenda coma d'impegni. Biondiccio, spettinato, senza regole, bastardo dentro, isolato da molti repubblicani stessi, anarchico e imperatore. Il proprietario è tipo alla texana, salsicce, grill, gratinè, ali di pollo come se piovessero rane dal cielo per cuocere anche quelle. Chioma populista, priva di shampoo e con una carica reazionale extralarge.
Ha partecipato alle primarie per le presidenziali USA, conseguendo il maggior numero di parrucchini delegati, diventando così il parrucchino più potente del partito. Trump, ha impostato la campagna elettorale su intransigenza e figa, libero utilizzo delle armi e pena di morte come metodo per decimare la delinquenza.
Modello consigliato ai fanatici delle armi
La campagna elettorale in Ohio, Virginia e nell'Indiana, del Parrucchino più cazzuto d'America, migliaia di cartelli riportavano la seguente frase: "Un uomo, la sua pistola!". Il parrucchino vede sempre l’altro lato della medaglia, quello che non c'è. E' un visionario. Il suo bicchiere? Sempre mezzo pieno di alopecia, per colui che la conquista del superfluo regala eccitazioni spirituali maggiori della conquista del necessario. L'uomo, secondo Trump,  è creazione del desiderio, non del bisogno.
Un'aquila di cui Trump è amante, con un colpo d'ala mette a nudo il Re











Quelli di      Trump,
sono "similcapelli"
Di capelli rosati si tratta. Preoccupato della chioma, incapace di restare ferma un momento, è corso ai ripari. La pettinatura è il primo aspetto che salta agli occhi. Si tratta di un parrucchino? Di un riporto? Il formato tricologico, così eccentrico, è naturale? Oppure è la conseguenza di un ritocco estetico mal riuscito? Forse è vittima dell'Alopecia?

 Trump dopo un'iniezione di caffeina e Peyote
Qualche tempo fa Caroline Mitgang, che ha toccato i capelli più importanti del mondo, da Reagan a Clinton, da Depp a Clooney, ha spiegato su Quartz, http://qz.com/ cosa c'è sotto e sopra i peli della testa di Trump. Una teoria sconvolgente, è quella nata da un’inchiesta giornalistica dove s'afferma che quelli di Donald, sono "similcapelli" generati dai lavori di una celebre società, la Leading Conservatives Gather For Republican Leadership Conference In New Orleanas.
Trump           non
porta             riporti
Seguendo il suo guru spirituale, Silvio, nel 2015 scende in politica candidandosi alle presidenziali, anche se lui preferisce la carica d'imperatore. A gareggiare con lui per la stanza ovale c'è Hillary, che però ha poche speranze di vincere, visto che Trump basa la sua campagna su ciò che conta per gli americani: messicani stupratori deportati, hamburger più grandi al McDonald e armi libere. "Le armi sono come i soldi, nessuno ne ha mai abbastanza. In mezzo alle armi, le leggi  e la politica devono tacere", chiosò ad un comizio in Ohio. Old bad boys! Puro dadaismo, neanche Tzara arrivò a tanta pazzia in una botta.
Ma chi mi ricorda già... Trumposconi?

I capelli di Trump













Grande istigatore alla violenza

Ma c’è chi difende il “““probabile””” prossimo Presidente. Un’inchiesta sul parrucchino: “Trump ha quella capigliatura da sempre. Quei capelli sono fitti, l’attaccatura è in evidenza, questo rende improbabile che nasconda la calvizie”. Un articolo di Stephen Conrad ha riaperto la questione: “Trump non ha un riporto, né indossa un parrucchino, ma utilizza da anni una specie di stretto copricapo agganciato ai suoi capelli e fabbricato da una misteriosa azienda specializzata in ciuffi con uffici a New York”. Il mistero s’ingrossa, direbbe John Holmes.
 L’affare         s’ingrossa, direbbe        Rocco 
Amo le donne e i pompini che mi fanno a secco
La flora pagliericcia di Trump è un corpo dissociato dal suo scalpo di cui il tenutario è orgoglioso: "Non mi sento offeso da tutte quelle barzellette sui miei capelli, sono un po’ sceme effettivamente, perché so di non essere scemo. So anche di non essere biondo", le idee chiare per Trump, sono il suo forte. In un video si nota, mentre scende dal Jet, che uno sbuffo d’aria issò il prolungato cespuglio e anche la barba che non ha. L’America, a queste parole, vibrò. Su youtube circolava un video, poi soppresso, (e noi a parlare di democrazia in Internet) che riprendeva Trump con un'aquila mentre stava girando per Time un servizio in ufficio. Dice di amare le donne, specialmente in carne, perché all'evenienza possono diventare ottimi cuscini per scendere dal proprio Jet personale.
 “Soluzionare” i capelli!
Populismo, demagogia, retorica, linguaggio viscerale come se piovesse
Soluzionare
non          è reato!




Così emerge che il Nostro è stato cliente della Ivari Transamerica Corporation. Ivari è una multinazionale che ha fatto pubblicità, ma poca, preferendo muoversi nell’ombra. Per 40 anni è stata la figura chiave di chi viveva nel mondo della politica o economia internazionale e del jet set hollywoodiano, così come tutti i soggetti interessati alla loro immagine, si mettono nelle mani del know how di Edward Ivari. Difficile trovare un personaggio più strano di quest'introvabile miliardario che si dice sia passata dalle sue mani anche l'attrice Marilyn Monroe, solo che ancora non era conosciuta e 
Trump è il karma che si vendica sull'America
che tanto ci sfottò per Berlusconi
Questo famoso ricercatore visionario al pari di Debord, ha dedicato tutta la sua vita a “soluzionare” la perdita dei capelli, con misteriosi micro cilindri, sue creazioni che permettono di ricostruire chiome o zazzere a volontà, utilizzando capelli naturali al 100% provenienti dalla “Banca Capelli Ivari”. 

Il cilindro era qui...
Semplificando molto, vale a dire ridurre tutto allo stato primordiale, i capelli di Trump, sfinito fino ad averne fin sopra i capelli, sono raggruppati in piccoli ciuffi da alcuni cilindri. Senza torcere un capello. A ciascuna ciocca è legato un filo chiamato “oggetto numero 4”, a cui è collegata una specie di “rete” o capelli artificiali che viene così agganciata al cespo naturale ormai sfinito, quello di Donald. Non c'è dubbio, Trump è uno che pensa in grande e spacca il capello in quattro pur di ottenere qualsiasi suo obiettivo.
  Gawker è una rana!
Ngù, ngù... ngù
Ma la fonte più insidiosa per l’uomo dalla feroce Alopecia, è il temuto blog Gawker.com, una sorta di “Dagospia” americana, con sede a New York e influente, al punto di definirsi come: "La fonte più autentica per ogni notizia e gossip quotidiano di Manhattan". Da anni concentra l’attenzione sulle celebrità. Fondato nel 2003, Gawker, è il principale blog del gruppo GawkerMedia.com del miliardario Nick Denton. La coi blog c fanno i miliardi. Io ne ho 5 e non vedo una lira. Cosa mi manca?
Sempre peggio eh?!
Fra gli scoop più del blog, il filmato d’iniziazione di Tom Cruise a Scientology con tanto di giuramento e iniziazione. Un  altro scoop di Gawker fu la pubblicazione di alcune email private di Sarah Palin, politica e membro repubblicana. Sconfitta alle presidenziali, è ora leader del movimento ultraconservatore reazionario razzista, il “Tea Party”. Come chiamare Birillo il serial killer Donato Bilancia. Nel palmares di Gawker, troviamo un filmato hardcore amatoriale di Eric Dane con Rebecca Gayheart insieme alla reginetta di bellezza Kari Ann Peniche. Fu una bella botta per Gawker, come la diffusione di un filmato tra il wrestler Hulk Hogan e Heather Clem (ex moglie del wrestler Todd Alan Clem, noto come "Bubba the Love Sponge"). Sempre il Blog, spiega che nel 2007, l’operazione fatta da Trump ai suoi capelli, costava circa 60mila dollari e il copricapo necessitava di manutenzioni dai 500 ai 3mila dollari ogni 15 giorni e la testa era a posto in tutti i sensi.
 Ma che vento c'è qui?
Ma che razza di vento c'è? Potevi dirlo
Il testo di una causa intentata contro la Ivari Corporation, conferma quanto scoperto già dal blog Gawker: il copricapo si allenta per la crescita dei capelli naturali (ne bastano anche una minima crescita) e poneva dei dubbi sull’applicazione stringente dei cilindri innestati tra il cuoio capelluto e la chioma, sono solo un malefico ricordo per Donald. Gawker.com, rincara la dose: “La questione di una misteriosa operazione di micro estensioni citata in una brochure di Ivari.com, che potrebbe spiegare la lunghezza del ciuffo di Trump, senza alcuna autorizzazione o riconoscimento medico o dalla farmacopea americana. C’è un brevetto? 
Si? cazzo c'è?
Personale è tutt’ora alla ricerca dei documenti top secret. Ma succede uno strano fatto. Il sito di Ivari non viene aggiornato dal 2005. I suoi uffici a New York e in California non esistono più. Gawker ha provato a contattare la società telefonando a Parigi. L’indirizzo “diceva” che era sbagliato. Ivari non ha più ricontattato Gawker per difendere la privacy dei suoi clienti. Non voglio dire che la Ivari non sia mai esistita. Fra il 1995 e il 1997, pubblicò inserzioni sul New York Magazine, però sembrava quasi costretta da chissà quale tipo d'evasione fiscale o frode amministrativa.
 Come Cesare Ragazzi:
ho una grande idea in testa!
Eccola!
Nel 1997 quando aveva gli uffici al 25esimo piano della Trump Tower, (ora il sito dice che l’ufficio di New York sta traslocando, ma la scritta è lì dal 2005) il rapporto tra le due multinazionali erano splendidi. Né Trump né Edward Ivari, hanno accettato di parlare con Gawker.com che ha sempre chiesto un’intervista almeno con Ivari se proprio Trump non vuole ritrovandosi con un diavolo per capello a causa delle sue chiazze in testa. In ogni caso, i suoi capelli vengono riconosciuti come il più riuscito connubio tra forma e funzione, da ogni università di ricerca o centro d'avanguardia sul capello. E pensare che noi avevamo un pezzo da 90 sulla materia e l'abbiamo snobbato, il mitico Cesare Ragazzi!
That filthy man!
 Trump: "imporrò la pena di morte a chi spara ad un poliziotto"
 I     messicani?
Grandi    stupratori
La teoria di Gawker è che da anni la Ivari abbia fatto perdere le proprie tracce per occuparsi quasi solo di Trump, ricco a tal punto da poter garantire all’azienda di lasciar perdere tutti gli altri clienti. Purtroppo, a seguito dell'indennizzo milionario pagato nella causa intentata da Hulk Hogan, la GawkerMedia annuncia la bancarotta. Il 18 agosto 2016, GawkerMed.com, fa sapere che il blog di punta Gawker.com, avrebbe chiuso i propri microfoni la settimana seguente.
Guarda che zazzera!
Sparare su Trump, è sparare sulla croce rossa. Troppo scemo. Sempre in canna ad alzare la posta: Gli Stati Uniti sono diventati la discarica dei problemi di tutti gli altri paesi. Quando il Messico manda la sua gente, non manda il meglio, manda persone che hanno molti problemi e portano questi problemi da noi. Portano la droga. Portano il crimine. Sono stupratori. E alcuni, suppongo, sono brave persone. Ora, per farla breve, ciò che più mi stupisce, è come e perché esistano repubblicani neri, portoricani, ispanici, musulmani, tutta gente che Trump ha insultato fino allo sputo per la durata della campagna elettorale. Voi votereste un parrucchino così?
Uno degli aerei più lussuosi al mondo

Il lusso estremo vola alto nei cieli
 *Ipse dixit*
"Qualcosa di molto importante e rivoluzionario per la società può scaturire dall'epidemia di ebola e sarebbe un'idea molto buona: niente più strette di mano! L'ebola si trasmette attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei infetti".   (Trump dal programma televisivo The Insider, CBS)