Notti notturne

mercoledì 25 settembre 2013

Schettino: "Fetente d'Annata 2012"

"Fetente d'Annata 2012"


           di Matteo Tassinari
Il Time, è un settimanale di infrmazione pubblicato negli Stati Uniti e fondato nel 1923 da Briton Hadden e Henry Robinson LuceFu il primo news magazine settimanale del mondo. È considerato uno dei giornali tra i più autorevoli e importanti, in particolare per quanto riguarda la politica e l'economia internazionale.
 “Personaggio dell'Anno”
Un motivo
che l'ha
reso ancora più celebre nel mondo, è perché viene ricordato grazie alla copertina del primo numero del mese di dicembre, che elegge l'"Uomo dell'Anno" (poi, cambiato nel 1999 in “Persona dell'Anno”), l'individuo o un gruppo di persone che ha avuto maggiore influenza sulle notizie dell'anno appena trascorso. L'ultima copertina è stata dedicata alla "Primavera Araba", in riferimento alle rivolte dei giovani contro le dittature del nord Africa. Un momento d'autentica rivoluzione portata nelle strade, anzi, d'insurrezione popolare contro la dittature del Magreb. Questa usanza divenne abituale dal '57, coronando in così la Persona o anche il Simbolo che più di altri, secondo la giuria del Time composta da columnist, giornalisti, intellettuali, si è distinta più di altri in qualsiasi settore: politica, società, cinema, letteratura, scienza e tutto lo scibile umano.

Premio Fetente d’Annata

Lo ricordo
perché
d’ora in poi, “Notti notturne”, il 24 settembre, giorno del mio compleanno, eleggerà la personalità che più di altre ha sprofondato i propri piedi nel fango misto piscio e merda. Prendo spunto dall'invenzione del Magazine Time, invertendo però le regole del gioco. Da “Persona dell’anno” a “Fetente d’Annata”.
Per la prima volta in assoluto, dopo un attento esame della giuria composta da uomini, donne, bambini e pesci, il primo “Premio di Fetente d'Annata 2012", va al Comandante di Fregata Francesco Schettino, rappresentante di un vasto consorzio umano che deprime l'umore di chi vivrebbe anche senza calici e bollicine e polsini dorati. Due aspetti, ossimori, black and white, più o meno. Per la mia salute mentale, voglio sperare che gli "schettini" siano davvero meno di quanto pensi, perché mi deprimerei troppo. Come vorrei che non ci fosse nessun Comandante Andrea De Falco: la società bisognosa di eroi, è malata.
Francesco Schettino, Comandante di Grande Fregata 
Premio al valor     militare
 per il coraggio


Franceso Schettino, nato a Castellammare di Stabia nel 1960, “muore” all’Isola del Giglio venerdì 13 gennaio 2012 alle 21.42, quando la nave da crociera al suo comando e di proprietà della compagnia Costa Crociere, incoccia un crostone di scoglio ch’era sempre stato lì, presente da secoli nelle carte geografiche di navigazione. Sono onorato di pubblicare la motivazione ufficiale con cui è stata assegnata a Francesco Schettino la targa di “Fetente d’Annata 2013” dalla giuria di redazione: “Per il costante e tenace impegno nel depistare le indagini e come avvenne la collisione al calice di champagne tra le mani alle 21.42”.
Coscienza?
Vien da pensare che per certuni la coscienza sia un bastone che si può brandire per picchiare il proprio vicino e non servirsene mai per sé stessi. Che la coscienza sia molto più della scheggia nell'occhio, sia il tuo pugnale nella carne. Eppure, a vederlo in tv, sembra unto dell'olio dell'indifferenza, permeato, visto che ancora si autoproclama innocente e da la colpa ad un macchinista indonesiano del reparto motori e meccanica, dando per palese oramai che per il figo Comandante Schettino, la coscienza è la più mutevole delle sue opzioni.
Come si vede, il Comandante Schettino in uno dei suoi viaggi etilici
In realtà, Schettino, è da sempre un noto stragista smargiasso e spaccone borioso italico, appartenente alla sigla armata dei C.A.M. (Coglioni d'Alto Mare). Precisazione dovuta per non fraintendere il significato: i “Coglioni”, nel gergo marinaresco, sono gli "eroi del mare", quelli che col proprio petto nerboruto affrontano le impetuose onde del mare per la salvaguardia dei natanti a bordo.
Pier Luigi Foschi, Presidente della Costa Crociere
Il solito errore umano

"Non possiamo
negare che ci sia stato un errore umano", come sostiene Pier Luigi Foschi (Presidente e AD della Costa commenta il naufragio) incurante dei 30 morti e relativi parenti presenti alla conferenza stampa ufficiale tenutasi 3 giorni dopo, ma questo non rientra nelle responsabilità della Società. "Un vero disastro - riprende - che nessuno di noi avrebbe mai previsto, proprio per la maniacalità che abbiamo attenzionato per l'equipaggio come per la manutenzione delle navi". 
Visto da    vicino
Schettino versione Guappo 
Allo specchio
Ma chi è  da vicino “Il Fetente d’Annata”. Apprendiamo dalla sua biografia della sua vanagloria e avvenente millanteria, la sua saccente e supponenza, quanto affascinante per i boccoli neri che gli lambiscono le spalle e coprono gli occhioni azzurri che effettuano un pendant perfetto con i suoi gradi azzurri e stellette sul petto dell'intonsa camicia bianca dai bordi blù-dorati. Uno spettacolo al vedersi. Un autentico fior di Castellamare di Stabia. Fin da giovane aveva già cominciato a manifestare un ego spropositato e un'innata quanto ragguardevole capacità a raccontare balle e millantare le sue imprese con tonalità cocale.

“Comandanti si nasce”
A soli 6 anni racconta ai suoi amici di aver comprato uno yacht, ma di non poterlo mostrare perché è sempre dal meccanico. A 7 anni partecipa al corso napoletano “Comandanti si nasce”. A 12 afferma di essere stato il primo navigatore a doppiare il Capo di Buona Speranza. A 15 sostiene di aver scoperto la Sardegna e il Machu Picchu. A 17 dice di aver sentito il canto delle Sirene. Dopo aver fatto le elementari nella Scuola Statale Achille Lauro e le medie nella Scuola Paritaria Andrea Doria, si iscrive all'Istituto Nautico Edward Smith con sede a san Marino. Inizia subito a nuotare con i braccioli.
Il canto delle Sirene, ma cosa centra Schettino con l'Odissea?
Una vita    sulle navi
Il suo istruttore, Capitan Findus, gli insegna a parcheggiare, a partire in salita e soprattutto ad usare le scialuppe di salvataggio. In quel momento imparò a parcheggiare, a lasciarsi scivolare senza neanche accorgersene sulle scialuppe di salvataggio, abilità che gli sarà fondamentale nel prosieguo della sua vita e per il suo continuo. Ma si sa, la fortuna aiuta gli incapaci e gli inetti, rispondendo ad un annuncio sul Rigoletto di Napoli: "Scambiasi patente nautica con figurine Panini", riuscì ugualmente a patentarsi per poter navigare da Comandante. Iniziò il disastro di un povero illuso d’essere la reincarnazione di Marco Polo. A 22 anni vive una traumatica avventura. In una casa di villeggiatura con amici, nel cercare di accendere una sigaretta con un accendino e un deodorante spray, dà fuoco alla casa. I suoi amici dormono, ma lui preso dal panico scappa. Moriranno tutti. “Avevo fame, era buio, ero solo andato a comprare un panino”, Schettino giustificherà così la sua immotivata fuga.
Il primo scafo comandato da Schettino
LA VITA,
LE  GESTA
A 25 anni 
sale sulla sua prima imbarcazione, un pedalò, di cui sarà nostromo per 17 anni. Anni di impegno per la passione per il mare. Grazie a qualche calcio in culo, viene promosso a capitano della Costa Concordia Crociere.
La prima cosa che fa, una volta salito a bordo, è chiedere dov'è il frigorifero bar. La gestione di Schettino della nave ammiraglia della Costa è eccellente e raffinata. Feste tutte le sere, spettacoli, occhiali da sole, condom alla fragole, incidenti nascosti e spacconate a non finire. Un divertimento continuo, battente, musicante, bollicine, coppe, ghiaccio e frutta esotica. Il tripudio dei cafoni. Donne dell’est a grappoli per tenere alto il morale della ciurma. Alla guida della Concordia nel 2008, Schettino scommette con una turista svedese di attraversa lo stretto di Messina di sguincio, e lo fa. Un autentico numero di alta marina, un Capitano Achab che avrebbe sfidato anche Moby Dick e le intemperie. 
Bee Gees, piacciono a Schettino
Smargiassamente
bullo
       Sempre per una
scommessa, salpa dal porto di Marsiglia durante un uragano e usa la scatola nera per registrare le musiche dei Bee Gees, un autentico rodomonte, una canaglia che non diletta nella goliardia, un trombone privo di paure e che a chi gli dice che la nave sta affondando, lui risponde: "Vabbuò!". I suoi marinai lo adorano, lo venerano per come impennava la Concordia, uno spettacolo! Voleva andare su Marte con un Panfilo, ma la legge di gravità non lo permette ancora.
Ma è nel 2011 che dà il meglio di sé, quando con la Concordia decide di risalire il Po bendato. Apoteosi e gloria al Comandante e ai suoi onori. Un trionfo! Un’esaltante operazione marittima da manuale d'alto bordo, riuscendo anche ad impennare la Concordia, ma 'sta volta, di Poppa, ossia da dietro. Roba da urlo. Un virtuoso del vento e delle vele, il capitano che però ammette: "Può essere, può darsi che abbia sbagliato qualche manovra, un fraintendimento fra me e la sala operativa dei motori". Per riprendere: "Ma non ho mai abbandonato la nave. Poi, senza capire più nulla per la confusione, mi sono ritrovato su di una scialuppa che mi ha portato a terra". 
"Ho avuto la fortuna d'essere scivolato in una scialuppa"
Le parole dell'Ammiraglio,
sono comprensibili e soprattutto godono di attendibilità verace napoletana, parlo della Napoli dei camorrista. La prima versione di Schettino fu: "Il caos era incredibile. Non si capiva più nulla. Sono andato a chiedere cosa succedesse al capitano in seconda, ma lui disse che io ero il Comandante. Così, all’improvviso, senza neppure accorgermene, sono inciampato e cadendo sono scivolato in una scialuppa di salvataggio che mi ha poi portato sulla terra ferma, nascosto fra la gente comune".
La scialuppa dov'è scivolato, senza volerlo, casualmente, Schettino
Intanto il presidente della Costa Crociera, Pier Luigi Foschi, non contento della farsa tragicomica, ricorda a tutti: “Abbiamo evacuato oltre 4mila persone in due ore, da una nave inclinata che continuava a inclinarsi. Tutti i membri dell'equipaggio si sono comportati da eroi, grande professionalità - ha detto - per quanto riguarda il soccorso, testimonianze interne indicherebbero che il comandante ha fatto quel che doveva”. Ma cosa si aspetta che gli diciamo ottimo lavoro?
Il Comandante Andrea De Falco


Il bene è    silente
La verità è di fronte a tutti, in faccia come a verità della realtà. Voglio però ricordare ancora quel Capitano, l'unico vero a fare seriamente il suo lavoro, l'ufficiale Andrea De Falco che almeno, vagamente, ci offre quel senso di riscatto che urla: "non siamo come Schettino!". Ricordo un corsivo di Aldo Grasso sul Corriere della Sera in prima pagina che diceva in sostanza: "Grazie, Capitano De Falco". E lui continua a ripetere sempre una sola cosa: "Non esaltatemi". Mesto il popolo che ha bisogno di eroi.