Notti notturne

mercoledì 23 febbraio 2011

Tornando a Maria con Bernardo...

Bertolucci: "Volevo chiederle scusa"
"Mi hanno usata"
Dopo la morte di Maria, il regista Bertolucci ha detto: "Volevo chiederle scusa. La sua morte è arrivata troppo presto, prima che io potessi riabbracciarla teneramente, dirle che mi sentivo legato a lei come il primo giorno, e almeno per una volta, chiederle scusa". Infatti la Schneider si era sentita "usata" dal regista. "Brando e Bertolucci mi manipolarono, usandomi senza alcun riguardo. Ci ho messo molti anni per perdonare: ero proprio infuriata", confessò a suo tempo quella donna francese dal volto inquietante per la sua innocenza. Maria incolpò il suo regista di aver carpito offeso la sua ingenuità. A complicare le cose ci furono scompensi psicologici e una progressiva dipendenza da stupefacenti di lei. Ha esordito in teatro non ancora quindicenne, senza aver mai ricevuto lezioni di recitazione. Due anni più tardi ottenne il suo primo ruolo per il cinema con una piccola parte in "L'albero di Natale" del 1969 di Terence Young e, nello stesso anno, in "Madly". Infine "Il piacere dell'uomo" (1969) con Alain Delon. Si affermò tuttavia solo con "Ultimo tango a Parigi" e con l'interpretazione della misteriosa amante di Jack Nicholson in "Professione: reporter", di Michelangelo Antonioni.
Marlon Brando e Maria Schneider sul set di "Ultimo tango a Parigi"
Ultimo ricovero a Parigi
Subito dopo il successo di "Ultimo tango a Parigi", Maria Schneider dichiarò ai media la sua bisessualità, senza dimenticare che il lesbismo era ancora più osteggiato rispetto all'omosessualità, nei "mitici" anni '70. Nei primi mesi del 1976, durante le riprese di Caligola, fu licenziata dalla produzione per il suo rifiuto a girare scene di nudo. Il licenziamento le provocò una crisi nervosa tale da dover essere ricoverata in un ospedale psichiatrico. In quella occasione fu sostituita dall'attrice Teresa Ann Savoy. Il 1979 fu un anno turbolento segnato dalla tossicodipendenza, alcol e un'overdose e da un conseguente tentativo di suicidio. Nel 1980 dopo un lungo periodo di riabilitazione tornò alle scene cinematografiche e teatrali. Nel 1996 ha prodotto un disco-tributo a Lucio Battisti dal titolo Señor Battisti, di cui era anche interprete insieme a Cristiano Malgioglio. È morta il 3 febbraio 2011 a 58 anni, dopo una lunga malattia. Ora è sepolta a Parigi, nel Cimetière du Père-Lachaise.
"Ho la sensazione immotivata,
che non solo Bertolucci viva qualche rimorso" 
(Maria Schneider)
Maria Schneider poco prima di morire

lunedì 21 febbraio 2011

"Cazzo che botta!!! Ho detto, che botta cazzo!"

Perle da "Colpo finto"
Uma Thurman, la donna più bella












di Matteo Tassinari

Butch: e adesso? Marsellus: "Ora ti dico adesso cosa. Chiamerò due tizi strafatti di crack per farti un lavoretto in questo cesso, con un paio di pinze e una buona saldatrice. Hai sentito quello che ho detto pezzo di merda? Invece con te non ho finito neanche per il cazzo. Per te ho una cura medioevale per il tuo culo. Due cose. Uno non raccontare questa storia. Questa cosa resta tra me, te, e il merdoso che presto vivrà il resto della sua stronza breve vita fra agonie e tormenti. Non riguarda nessun altro questo affare. Due: lascia la città stasera, all'istante. E una volta fuori, resta fuori o ti faccio fuori. A Los Angeles hai perso i tuoi privilegi".
Bruce Willis, "Butch"


La       tirannia
degli uomini       malvagi
Ezechiele 25.17: Il cammino dell' uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre. Perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.
Jhon Travolta con Samuel L. Jackson

"Deposito di negri

morti stecchiti?"
Esmeralda Villalobos: "Come ti chiami?". "Butch". "E che cosa significa?". "Sono americano, dolcezza, i nostri nomi non vogliono dire un cazzo anche se mi chiamo Butch. C'hai una sigaretta?".
Che moto è? Non e' una moto è un chopper. Di chi è questo chopper? E' di Zed. E chi è Zed? Zed è morto amore, Zed è morto. Dai amore, salta su.
Per caso quando sei arrivato qui, hai letto un cartello con su scritto "deposito di negri morti stecchiti?". "No, non l'ho visto": "bravo. E sai perché non l'hai visto? Perché non c'è nessun fottutissimo cartello con su scritto deposito di negri morti, cazzo!
Rivolterò il mondo per trovarlo e anche se andasse in Indocina uno dei nostri starà nascosto in una ciotola di riso pronto a sparargli nel culo.
Marsellus Wallace, the boss, al telefono

A che serve una borchia sulla lingua?


La verità è che tu sei il debole e io sono la tirannia degli uomini malvagi, ma ci sto provando Ringo, ci sto provando con grandissima fatica a diventare il pastore.
Sì, stavo seduto a mangiarmi la focaccina imbevuta di maionese, a bermi il caffé e a ripassare l'accaduto nella mia mente quando ho avuto quello che gli alcolisti definiscono il momento di lucidità.
E' solo una curiosità, a che serve una borchia sulla lingua? E' sensuale, aiuta la fellatio!
Sua Maestà: Quentin Tarantino
"Questi script per amanti del genere 'B-movie', sono un'accozzaglia meravigliosamente affastellata di frasi merdose e cazzute che aiutano il nostro culo
a sopravvivere". (Q.T.)

venerdì 4 febbraio 2011

Perché ci dimenticammo di te?



Intervista a Maria Schneider 

Maria Schneider racconta i retroscena, non sempre entusiasti, del regista italiano. E sulla famosa scena erotica rivela: "Mi sono sentita quasi violentata. Il burro? Bertolucci e Marlon Brando mi hanno ingannata. All'inizio questi accordi non c'erano, sono saltati fuori dopo".
Un frame della cosiddetta "scena del burro" che destò l'indignazione di molti spettatori e per cui la Schneider si sentì usata dal duo





















La scena del burro

E' stata un'idea di Marlon Brando, l'ha sempre detto Maria. E Bertolucci mi disse che cosa dovevo fare solo poco prima di girarla, senza alcun preavviso. "Mi hanno ingannato. Ora, ripensandoci, mi sono sentita aggredita a tavolino, con un piano che loro due seguivano, il tutto a mia insaputa. Poi quando è arrivato il momento di girare, non ho avuto le forse per difendermi". A parlare è Maria Schneider, l'attrice che nel 1972 affiancò Marlon Brando come protagonista di "Ultimo Tango a Parigi". Il successo del film la rese, appena ventenne, il sex symbol di un'intera generazione. Ma lei, Maria, quella scena, proprio non la voleva fare. In un'intervista con il Daily Mail, la Schneider, ormai 55enne, si tolse qualche sassolino dalla scarpa, accusando Bernardo Bertolucci e Marlon Brando di averla manipolata: "Mi hanno quasi violentata", spiega "Quella scena non era prevista nella sceneggiatura. Io mi sono rifiutata, mi sono arrabbiata, ma ero giovane e dopo la minaccia che si chiudesse il set accettai e girammo quella stupida scena, che a mio avviso non tolse e non aggiunse nulla al film".


La trappola alla Schneider
Le recriminazioni di Maria Schneider, non nascevano da sentimenti di puritanesimo sessuale o perché la quasi bambina lo considerasse una sorta di tabù, non Maria, seppur piccola era già una donna. Infatti il suo distacco da quell'episodio e l'amarezza di esserne stata la protagonista, nasce da una questione di fiducia nei confronti dei propri compagni di lavoro, dal non passare in un battibaleno al ruolo di donna oggetto su cui riversare tutte le paranoie maschili e militari di Marlon Brando, che anche in questa occasione non s'è smentito in quanto a perfidia e mancanza totale di rispetto. Del resto, l'attore, non ha mai avuto un rapporto felice con il cuore altrui. Guardava molto i suoi interessi e la sfera del divertimento, la viveva patologicamente. Era spietato, si racconta, pur di spassarsela ai danni d'altri, non badava a spese, ma non sono certo qui a fare i conti morali in tasca al mattatore unanimemente considerato una delle maggiori stelle di Hollywood ed uno degli attori più carismatici e talentuosi della storia del cinema mondiale.
Brando? Grasso e sudato
Poi non avrebbe potuto dire di no. "Avrei dovuto chiamare il mio agente o il mio avvocato perché non si può obbligare un attore a fare qualcosa che non è nella sceneggiatura. Ma all'epoca ero troppo giovane, spiega, non lo sapevo. Così fui costretta a sottopormi a quella che ritengo essere stata una vera violenza. Le lacrime che si vedono nel film sono vere. Sono lacrime di umiliazione che ho sempre fatto fatica dimenticare, mi hanno segnato la vita". Per questo, dopo l'uscita del film, interruppe i suoi rapporti con il regista italiano. "Non ho ancora perdonato Bertolucci per il modo in cui mi ha trattata e anche quando l'ho incontrato a Tokyo 17 anni fa l'ho ignorato. Lo ricordo ancora bene sul set. Era grasso, sudato e ci ha manipolati, sia Marlon che me. Alcune mattine sul set era molto gentile e salutava, altri giorni non diceva niente, solo per vedere le nostre reazioni. Io ero troppo giovane, ingenua e sfruttata. Che potevo fare con due marpioni del genere? Per il film mi diedero solo 5mila dollari, mentre i loro incassi erano venti volte di più". 

Bertolucci"Sopravvalutato"

La pellicola non portò fortuna neanche alla Schneider, che, travolta dal successo, scivolò in una vita segnata dalla dipendenza dall'eroina e dall'alcol. Colpa, sostiene l'attrice, dell'immagine che Bertolucci le aveva fatto assumere in Ultimo Tango. "Ero triste perché mi trattavano come un sex symbol, ma io volevo essere apprezzata e riconosciuta come attrice. Insomma, di quell'esperienza salvo solo il mio incontro con Brando". E anche adesso che il mondo si prepara a festeggiare il 35° anniversario del capolavoro di Bertolucci, la Schneider rimane scettica. Sia sulle qualità del film sia sulle capacità di Bertolucci: "Credo che sia sopravvalutato", spiega senza mezzi termini. "Non ha più fatto nulla dopo Ultimo Tango che abbia avuto lo stesso impatto". Ed esclude categoricamente una sua eventuale partecipazione ai festeggiamenti. "Ho smesso con il cinema, almeno per ora. Adesso faccio una vita normale. Mi piace vedere gli amici, fare la spesa al mercato e cucinare. Ma - aggiunge ridendo - non uso più il burro per cucinare. Solo olio di oliva".