Notti notturne

domenica 7 aprile 2013

Giungla Blogosfera

  Guida Galattica
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Autostoppisti Critici
        Voglio 1          blog. Anzi, 20!  
           di Matteo Tassinari
L’esserci in prima linea, ostentare anche questioni da transgender appassionato, come quella vecchia pubblicità che diceva: “Che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”. E' limitante come giustificazione, quasi claustrofobicaIn breve, mi sta stretta al punto che non l'accetto. Ecco perché in grande percentuale i blog deprimono, affliggono, preoccupano.
A cominciare dal mio che è certamente il più rompicoglioni, prendendo le distanze giuste dai futuri duellanti giurati che mi farò col seguente post. Ultimamente c’è stata un’esplosione di dimensioni gargantuesche di blog dediti ai ricettacoli su come cucinare la Bagna càuda piemontese o i rotolini di pesce alla Viennese. Un vero impegno da parte di molti che dedicano al culto delle libagioni culinarie, che quasi commuove per la tristezza e la desolante mestizia. Sono oggetti di culto per internauti che coltivano l’esperienza mediatica senza saperlo e se qualcuno glielo dice, loro ringraziano a prescindere, senza averci capito nulla, come chi si osserva intorno quando una bolla d'aria fluttua dallo stomaco all'aria aperta. Attaccati puntualmente ai commenti e grafici del Template e sulla base di essi scrivere, postare, allusioni anodino, ispezioni assidue al contatore, numero visitatori ieri, oggi e domani.
Due blogger in un momento di relax al mare
Track, Back,    Rss,
Cloud, Link,  Gulp  
Tutto in automatico, senza analisi del “prodotto” o selezione del "messaggio", il meccanismo lento e graduale, procede di azioni concepite, di thread in thread. Allora il proprio blog si allarga sempre più, come un cerchio nell'acqua per sparire nel nulla della Blogosfera. Ed è un peccato che la stupidità umana non sia dolorosa, non faccia male alle gambe, altrimenti vedremmo un'infinità di zoppi in giro. Molti mollerebbero la Rete dal dolore che s'intensificherebbe nella zona perineo anale, altri che, come me, chiuderanno il blog perché ormai ci si è rotti le palle veramente di questa trappola.
  Bambini network 
La quantità a scapito della qualità, niente di nuovo come nulla di anziano. Va da se che non sapendo cosa scrivere, non si veda l'ora di scriverlo. Il regno della libertà, la blogosfera somiglia sempre più ad una specie di casa dello studente globale e abbacinante che incarcera in una vita forzosamente pubblica per paura della realtà, più forte il discorso per quanto riguarda i Social Network. La prima bambina con cui ho avuto un rapporto sessuale, Barbara, gliel'ho chiesto a 14 anni, poco più. Ieri, mio nipote, (23 anni) mi ha detto che la sua prima volta gliel'ha chiesto lui, ma con un sms supportata da una mail. Mancava l'allegato, poi s'è rimediato, m'ha sussurrato sorridendo.
Gulp! 20mila blog al giorno!
Cosa diceva
Benedetto Croce 
 dei blog?
Un esempio significativo ci è dato dalla prima, mitica, storica e morta piattaforma Splinder, contenitore di migliaia di blog per lo più passati alle mega-piattaforme World Press o BlogSpot. La storica Splinder vantava orgogliosa nel suo quotidiano online, la nascita di mille nuovi blog ogni 3 giorni. Bene direte voi. Male dico io. Questo dato va osservato con inquietudine infinita e destino bisbetico, sempre all’insaputa del puzzo delle proprio gas. Stralunato e stranito, forse dall’odore malevolo, me ne sono fatto una ragione al punto da osservare diversi blog di silloge (va di moda dire così) e "poesie". Chi scrive "vanta" una esperienza decennale di blog e di gruppo. Chi apre un blog lo fa per diversi motivi. 
Luigi Russolo, Carlo Carrà, Tomaso Marinetti,
Umberto Boccioni e Gino Severini. I primi "Bloggers" futuristi
Evoluzione della specie
I poeti

e i cretini
Due risultano basici e più ricorrenti. Il primo, cercando conferme anche nel dissenso. "Se mi contesti vuol dire che prima hai letto quello che ho scritto, il mio post, che ti ha conquistato", più o meno. Questo meccanismo innesca un'amalgama composta di sterili e 
alienazioni adolescenziali. 


Capita che ci s'illuda anche d'essere poeti of Comunity web underground-existentialists. Capita di sentirsi diventati i nuovi Montale del 3 millennio. Benedetto Croce stillò un aforisma che ha del geniale: "Fino ai 18 anni, tutti scriviamo poesie, è normale. Dopo solo due categorie rimangono: ". Per precauzione, io mi colloco fra i giornalisti embrionali, coloro che hanno sempre presente che non si finisce mai d'imparare a scrivere. Ma anche per rispetto alla vera passione e tensione poetica, che io non ho, pur "amando" Peguy, Cioran, Pasolini, Twain. Tu chiamale, se vuoi, rimozioni.
 "Nooo?
 Ma dai!?"
Un'avanguardia letteraria, sostengono molti. M'è giunta voce che c'è stato pure un convegno a Perugia, intitolato proprio: "Poeti in Rete", quando l'ho saputo ho reagito come Socrate: "Nooo, ma dai?". Quel che mi chiedo è cosa facessero prima dell'evento Rete, dov'erano? Scrivevate già? Ora vi fate stampare libri pagando oppure hanno un valore le vostre parole? Coi soldi ti puoi anche illudere che il tuo "Scheletri di sarde", costato 4mila euro, sia il nuovo "Ossi di seppia". Succede su Google plus che alla voce professione molti scrivono alla belle e meglio: poeta. Come se ci campassero con le silloge. Incuriosito sono andato a visitarmi alcuni blog. Mai scempio mi fu più generoso di quel che apparve! Un gioco al massacro, una vietnamizzazione di ogni riferimento metrico o anche banalmente rimato, al punto di non fare i conti con la realtà e preferiamo convivere con la finzione, spacciando per autentiche le ricostruzioni ritoccate o distorte su cui basiamo la nostra visione del mondo.  Una finestra su un mondo che non riusciamo più a immaginare, nel quale ci si capiva meglio e tutto era più facile.
Cent'anni di solitudine, bastassero...

Parlatene male,
ma      parlatene!
Più leggo e scrivo su blog e più la categoria, di cui faccio parte, non mi piace. Un 20% sono al pari della forfora. Un altro 20% sgradevoli quando questa dai capelli cade sul paltò o tailleur. Rimane un 60% di blogosfera dove sono anch'io. Che ne facciamo? Le stra-fighe, d'un botto, si portano via un 10%, nomi esotici come Granta Puledra o Boca Rosa (le ho viste!) con foto di culi strepitosi, terze abbondanti, capelli ramati, uno strazio umanamente desolante e malinconico. Un 10% direi d'origine religiosa e l'ultimo 10% è quello che Italo Calvino definiva, ovviamente non rivolgendosi a noi bloggers in quanto ancora non esistevamo per sua fortuna: "Una giungla paragonabile al mercatino delle pulci di Calcutta", il più grande del mondo. Vi trovi organi umani e incensi coloniali irraggiungibili, luoghi in cui regna l’”immancanza”, ossia il nulla, dalla transiberiana alla via del tè. Ciò che rimane è materiale da romanzo, direbbe Honorè De Balzac. Blog intimisti, esibizionisti, diaristici, politici (i più sciocchini), di settore e altri di consorzi eterogenei
2000 potenziali vittime o killer?
Ma chi fa il killer?
L’auto referenzialità, il cimitero delle idee, l'inceneritore della creatività, la camera mortuaria dell'eccentricità, il sepolcro dell'invettiva o la fiera dell'esibizionismo, il falò della vanità, un frullato di fraintendimenti, spesso anche per invidie o paura di rompere il proprio feticcio. Soli, ma tutti insieme. Nella blogosfera, ci sono strani personaggi in abiti da buon sammaritano, indaffarati ad affilare la loro pietà per sfinirti di "azzurri cieli e panorami e rondini". Ho avviato parecchie amicizie in questo ambiente di angusti sproloqui e "cieli tersi e azzurri", ma anche "incazzati e permalosi". La rete è piena di nuovi Celine e Dickinson, che il pomeriggio battono di cassa e scontrini fiscale e alle nove di sera "compongono poesie". Lineare come un binario. Niente brividi. Neppure un sussulto. Tutti "orizzonti in penombra", "brividi alla schiena", ma anche "lune splendenti" "luce del sole sulla pelle". Tutto è a metà, tra cosa non si sa, ma è in mezzo, in bilico. Tra chiari e scuri si affastellano con passione nel ripetere sempre le stese cose.

Almeno vi
ubriacate un pò?
Non perdetevi i commenti, sono la parte migliore, quella degli apostoli della propria cerchia. Poeti, scrittori, aforisti, "sceneggiatori", ghost-writer. Nessun giornalista? Forse perché in redazione c'è un direttore che cassa? Nichilismo vanitoso e spiritoso di chi è pieno di se ma dice di essere l'ultima ruota del carro. Colpa anche di Fesbuc, certamente, ponte di lancio per blog specializzati in illuminazioni folgoranti che frantumano ogni identità costringendo a vivere continuamente fuori da loro stessi.
 Il coito delle incomprensioni
...e il cuore di
simboli pieno
Andiamo! Partiamo! Tutti insieme!
Il "nascondino" degli adulti, il coito delle incomprensioni, il funzionamento degli alambicchi in disuso. Siamo qualcosa che non resta in fondo, frasi vuote nella testa, mi pare, e il cuore di simboli pieno, mi diceva Guccini in un "Incontro" lungo le scale in ombra alla gioventù e alla felicità.