Notti notturne

domenica 19 agosto 2012

Pussy Riot in Cattedrale (1)

Maria, Ekaterina, Nadezhda


Il Canto    in     cattedrale



 delle Pussy Punk


         di Matteo Tassinari
Colpevole di “teppismo” e "istigazione all'odio religioso". Tutte cazzate. Maria, Ekaterina, Nadezhda, con indosso la sua inseparabile T-shirt “no pasaran” ormai diventata un’icona, dietro le sbarre del tribunale, sorridono tranquille. L’hanno fatta grossa, una Serpica Naro in dimensioni molto più ampie, pericolose e politicamente più produttive. Dopo tre ore di divagazioni procedurali sulla natura del gesto delle tre Pussy Riot, la giudice sentenzia due anni di carcere per tutte e tre, “pena reale, senza alcun beneficio di condizionale”. Fuori del tribunale circa 5mila persone gridano: “Vergogna!” mentre la polizia di Putin ricorre ai lacrimogeni e ai manganelli elettrici per fare caccia dei sostenitori del gruppo con i passamontagna  "arcobalenati" delle Pussy Riot.
Senza cappuccio in testa, le mie eroine

     Parlare di Gulag
sarebbe esagerato. Ma la prigione che potrebbe accogliere le tre giovani Pussy Riot, una delle tante colonie penali femminili del vasto sistema carcerario russo, sicuramente non sarà un cinque stelle. Un dato: le donne detenute in Russia a tutt’oggi sono 72mila. Decine di persone sono state fermate, compreso il campione del mondo di scacchi Gary Kasparov accusato anche di aver dato un morso ad una mano di un’agente. Qualcosa non capisco. Io da una mano come quella del genio scacchistico Kasparov, mi farei fare di tutto, pur non essendo omosessuale.
Tuttavia, gli avvocati delle Pussy Riot hanno chiesto il ricorso, anche se hanno fatto sapere subito che non chiederanno la grazia. Troppo rischioso in effetti, in un Paese governato da Putin. Davanti al tribunale viene suonato il nuovo brano delle Pussy: “Putin accende i fuochi della rivoluzione”. Le 3 ragazze vengono portate via dentro il carcere. Le tre ragazze non vogliono la grazia: “Semmai saremo noi a graziare Putin” spavalde e belle cantano. “Abbiamo già vinto”. Ed è vero. A Mosca ora c’è la fila per diventare Pussy Riot, qua da noi ci sono file di veline ogni sera alle 21. In Russia, invece, le teenager sognano di entrare nella punk band più "scandalosa" dell’anno. Anche dopo la condanna. A costo di ogni intimidazione.

Le Pulzelle di Mosca
Ai miei occhi sembrano tante Pulzelle del Cremlino del 3 millennio. E a quanto pare si dice che tra le fans del gruppo ci siano anche figlie di alti dirigenti del Cremlino. Insomma, un disastro per quanto riguarda l’immagine mondiale del regime dell’uomo amico del nano e cintura nera di Karate e amante del machismo. Ma sembra che dove i muscoli forti dei secretati generali dell’ex Armata Rossa, sembrano essere messi in imbarazzo da tre ventenni che hanno suonato e cantato un brano punk in chiesa, dimostrando come con poco si possa fare moltissimo. Da oggi, il dissenso, in Russia indossa un passamontagna fucsia.
Ridurre la distanza fra Società e Cremlino

Le sorelle materasso
Ma non sono le sole. Il gruppo s’è allargato ad una ventina di giovani donne che promettono altre iniziative a scopo turbativo proprio nei luoghi più sacri e imperiali della tirannia Russa di Putin e tutti gli altri alcolisti del Cremlino. Arrivano anche le cretine. Come la Ciccone dagli Abruzzi, più nota come Madonna, che dice: “Siete state grandi, avete vinto voi!”. Sorprende anche Patty Smith che dice un pò saputellla: “Sono giovani idealiste, non sanno quello che fanno, non si rendono conto di quanto possa essere pericoloso esprimere le proprie opinioni” pur firmando la carta d’appoggio circolata fra i big del Rock tra i quali Paul McCartney, Sting, Bjork e Yoko Ono (ma esiste ancora?).


Cazzo centra Al Bano?
E Al Bano? Come poteva mancare il Patriarca di Cellino san Marco che ha pontificato l'episodio così: "Hanno sbagliato il luogo della loro protesta, perché nella casa di Dio non si va a cantare contro il Primo ministro”. Ha ragione Charles Bukowski quando scriveva: “Per poco che abbia un uomo, s’accorge che potrebbe avere ancora di meno”. E il devoto tradizionalista pugliese dev’essersi accorto di questo rischio, staccando improvvisamente tutti i microfoni. Qualche buon’anima l’avrà avvertito che non è il suo campo ed è meglio che se ne stia zitto. Come se Raul Casadei andasse a suonare “Romagna mia” a Woodstock al posto di Hendrix con la sua Purple Haze. Sting invece è stato immediatamente sputtanato via Twitter quando si è saputo che nei giorni scorsi si è esibito, dietro ricco cachet, alla festa di compleanno della sorella di Putin in Costa Smeralda. Pecunia non olet. Infine il Vasco che di rock ha rimasto solo gli occhiali, su Fesbuc ha espresso solidarietà alle tre “devotche” che ridono da dietro le sbarre di divisione, come separare la realtà e il contagio possibile. Subito recluse e isolate. Troppo alto il rischio di identificazione. Troppo pericolose Maria, Ekaterina, Nadezhda.
Magia ad alto potenziale
Ma la cosa che più stupisce, è come nessuno abbia cercato di capire il testo della canzone cantata dalle tre attiviste e non le bla bla bla. Il titolo della punk-preghiera infatti non aveva nulla di blasfemo come invece aveva sostenuto il palloso e incontinente Patriarca Kirill. Basta leggere il titolo del brano. Magia ad alto potenziale, altro che Fender Strato. Il  brano s’intitola “Putin accende il fuoco della rivoluzione” e contiene versi come “il Paese prende la strada con coraggio, il Paese dice addio al regime. La lotta continua”, si legge in un messaggio del gruppo, delle tre punk ai lavori forzati per aver cantato e suonato incappucciate una preghiera punk dal titolo "Madre di Dio, liberaci da Putin!" nella cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca.

Arte sulle barricate alte
Obiettivo: allargare il raggio d’azione delle proteste. Due delle sei partecipanti al blitz nella cattedrale, sfuggite all’arresto, si nascondono da febbraio e un’altra all’estero. In realtà i Servizi segreti russi sanno perfettamente chi sono, come conoscono le affiliate ultime al gruppo in espansione. “Ci controllano i cellulari, leggono la nostra posa elettronica, un sistema classico del Kgb". Non vogliono arrestarle tutte per non montare un caso, con tutti i problemi che l’amministrazione Putin ha riguardo alla salvaguardia dei diritti umani. Cinque ragazze belle in gamba e in gabbia sarebbero davvero tante. Nel frattempo la questione si è diffusa a livello internazionale, con imitatori dalla Finlandia a New York. Intanto una galleria moscovita apre una mostra dal titolo: “Arte sulle barricate” dove le Pussy vi fanno la parte del leone. “Sono artiste attiviste, e devono essere pronte a tutto” dice Piotr Verzilov, marito di una giovane Pussy Riot, "nemmeno una lacrima per la moglie in gabbia, la performance nella cattedrale è stato un successo”. E ormai anche le nonne di provincia conoscono le Pussy Riot. Chi era che diceva che la rivoluzione passa per il rock? Forse i Ramones, movimento punk del ’77, forte sfumatura di una rivoluzione adolescenziale ed energia totale espressa da chi la vita la sente saltare da un poro della pelle all’altro.

Ora, non lasciamole sole
Ora diventa vincolante non lasciarle sole, scrivere di loro, parlarne, affinché non subiscano i vari tipi di maltrattamenti. Ora sono in un carcere di massima sicurezza. Posti dove entrare è quasi impossibile e le torture del Kgb sono le più note al mondo dei Servizi segreti dopo quelli israeliani e cinesi. Posti dove mettono il peperoncino negli occhi, ti schiacciano i testicoli nei cassetti, il panno bagnato sempre in bocca a testa in giù in modo di scatenare l'istinto panico di annegare e le torture più disumane che non conosciamo. Per ora, le tre giovani attiviste hanno conquistato la scena internazionale e sono diventate in tutti i paesi dell’occidente democratico il simbolo della protesta contro un regime, quello di Vladimir Putin. Amnesty International ritiene che la condanna a due anni di reclusione senza la condizionale sia stata un duro colpo alla libertà d’espressione in Russia. Le organizzazioni internazionali in prima linea per i diritti umani ritengono che il ”procedimento sia stato motivato politicamente e che le tre Pussy Riot siano state ingiustamente processate per quella che è stata una legittima, per quanto offensiva, azione di protesta”. Ma è bene che il gesto rimanga politico, che non assuma connotati adolescenziali, come hanno già cercato di depistare in tal senso.
Maria Luisa Ciccone dagli Abruzzi, ossia il nemico n.1 dello Stato dell'Arte,
non perde occasione per farsi pubblicità. Chiappa floscia


Wladimiro e Anna
L’hanno definito un atto di disturbo del culto religioso. E come definirebbero l’assassinio di Anna Stepanovna Politkovskaja, giornalista della Novaja Gazeta, quotidiano russo di ispirazione liberale, la quale condannava l'Esercito russo e il Governo russo guidato da Putin per lo scarso rispetto dimostrato dei diritti civili e dello stato di diritto, sia in Russia che in Cecenia? E come definirebbero quanto accadde il 1º settembre 2004 quando la Scuola SNO di Beslan fu occupata da forza ancora non identificate che presero in ostaggio circa 1200 persone? L'occupazione finì il 3 settembre con un blitz delle forze speciali in cui morirono 331 persone, tra cui almeno 172 bambini.
Vladimir Putin di san Pietroburgo, ex Agente segreto del Kgb, poi Primo ministro della Federazione Russa dall'8 agosto 1999 al maggio del 2000, su nomina di Boris Eltsin, è stato eletto per la terza volta Presidente della Federazione Russa succedendo a Dmitrij Medvedev, il cui mandato è scaduto il 7 maggio 2012, fa e ha paura. Vorrei sapere cosa c'ha di così attraente Putin, visto che Berlusconi passa metà dei suoi giorni assieme al monarca possidente di Gazprom, una delle tante galline dalle uova d'oro dell'impero sovietico in mano a questi nuovi ricconi russi.