Notti notturne

mercoledì 31 ottobre 2012

Ricordate le Pussy Riot? (2)

Preghiera Punk in cattedrale
Considerato il messaggio, il luogo, la follia provocatoria del gesto di 3 ragazze contro una dittatura potente e feroce come il freddo dei Gulag,
ritengo questa la foto più significativa della storia del Rock

E le Pussy Riot?

           di Matteo Tassinari
Ricordate le Pussy Riot?Quel folle quanto curioso ed eccentrico trio punk geniale tutto al femminile incarcerato per "teppismo motivato da odio religioso" per una imprudente performance anti-Putin nella cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca, la chiesa che fu teatro della canonizzazione dell'ultimo Zar e della sua famiglia, la culla della divina liturgia Ortodossa? Eravamo rimasti all'incirca a questo punto: ora diventa vincolante non lasciarle sole, scrivere di loro, parlarne, scrivere un libro, istant-book, bypassare le loro notizie al mondo, le loro foto, chiedere, cercare in rete, anche i siti esteri, pressioni di qualsiasi tipo, provocazioni affinché non passi nel dimenticatoio tutto quanto e non subiscano torture, sevizie o maltrattamenti di cui i Servizi dell'ex Armata sovietica, tanto i livelli sono ancora quelli, meno rumorosi ma forse più feroci e capaci di una volta. Maria Aliokhina e Nadia Tolokonnikova, le due componenti della band punk Pussy Riot, sono state condannate a due anni di carcere per aver fatto un paio di salti a suon di musica nella cattedrale di Mosca ed aver pregato la Madonna di liberare il loro Paese dal tiranno Putin, sono state trasferite in due differenti colonie penali lontano da Mosca, famiglie, figli. Isolate, almeno due di loro.

Dicevamo di non dimenticarci di loro

Ora, non lasciamole sole
Scrissi così quando avvenne la danza nella navata della Cattedrale, perché sentivo che sarebbe accaduto, si sarebbe avverato. Ora, due di loro, sono in carceri di massima sicurezza o "colonie", come le chiamano qui, ma sempre gulag rimangono. Per creare distanza, strappare fisicamente da ogni contesto sociale e pubblico i soggetti ritenuti scomodi ai potentati dello Zar degli Zar, Vladimir Putin. Luoghi spettrali, che nulla di diverso hanno dai campi di sterminio nazisti, stesso sangue immolato all'altare del dio guerra. Stessi posti di tortura dove spruzzano quando meno te l'aspetti il peperoncino negli occhi, ti schiacciano le dita nei cassetti, il panno bagnato in bocca a testa in giù in modo di scatenare l'istinto-panico provando la sensazione di annegare, lo strappo delle unghie dei piedi bloccati da catene in acciaio e le torture più disumane che non conosciamo e preferiremmo non conoscere. Per ora, le tre giovani attiviste hanno conquistato la scena internazionale e sono diventate famose in tutti i paesi dell’occidente, il simbolo della protesta contro un regime soft con le unghie affilate come quelle di una tigre, meglio noto come Vladimir Vladimirovich Putin.

Anche Mussolini si faceva riprendere a petto nudo a raccogliere il grano 
Se questo è un uomo

Reset. Nella canzone, le Pussy Riot, hanno invocato il nome della Vergine Maria, esortandola a liberarle dal primo ministro russo Vladimir Putin e di diventare un femminista. Hanno usato, certamente, un linguaggio crudo e originalissimo per attaccare Putin e Kirill I, patriarca di Mosca e della chiesa Ortodossa russa, denunciando e descritto gli stretti "legami" tra KGB e il metropolita di Smolensk e Kaliningrad. I crescenti legami tra Stato e Chiesa, sono stati un bersaglio di critiche e proteste da parte di molti attivisti in questi ultimi anni. Il Patriarca russo Kirill , aveva apertamente sostenuto Putin nella rielezione del 2012 al Cremlino. Dopo lo spettacolo in cattedrale, le Pussy Riot dissero: "In Russia, succede che la chiesa possa diventare un'arma sporca in campagna elettorale". Parole che, nella loro, audacia stravagante e disperazione rabbiosa, non devono essere piaciute ai due uomini più potenti della Russia. Intanto il Movimento Pussy Riot cresce e Mosca rimane il centro di vari posti dove si ritrovano Pussy Riot e simpatizzanti. L'80% sono tutte donne molto giovani e laureate ed esperte di comunicazione multimediale. Il 14 dicembre 2011, per dirne una, un gruppo s'è esibito nude in cima ad un garage vicino al centro di detenzione di un carcere, il "Mosca n°1", dove molti degli attivisti dell'opposizione erano detenuti tra i prigionieri. Performance riuscitissima e applaudita dai prigionieri che da dentro sbattevano tutto ciò che fosse metallo, dalle sbarre delle finestre. Tutto il metallo che c'è in una cella serviva nel creare il più possibile rumore per confermarsi a vicenda.
Le pulzelle della cattedrale a Mosca che hanno pregato la Madonna
che si porti via per sempre Putin in un solfeggio Punk-Rock

Katia si può "rieducare"

Ekaterina Samutsevich, 30 anni (nella foto quella a destra), è l'unica ad essere stata scarcerata con la libertà condizionata. La giuria ha accolto le parole della difesa che sostenevano che Ekaterina avesse partecipato marginalmente alla performance rispetto alle altre donne, in quanto impedita dalle guardie stesse intervenute sul posto. Inoltre, non so attraverso quali parametri, i giudici hanno ritenuto che Ekaterina può essere "rieducata" se non commetterà altri reati nel frattempo, anche ha ascoltato la lettura della sentenza con il pugno chiuso alzato in segno di solidarietà con le altre due Pussy Riot condannate. Ekaterina non ce l'ha fatta e il "No Pasaran" non è riuscita a portarlo in fondo e le limitazioni mortali che la Siberia emana nell'immaginario storico russo e non solo, è qualcosa di devastante, manicomiale, farebbe paura fottuta a chiunque. E in ogni caso, senza sapere ancora come siano andate di preciso le cose, è solo bene che Ekaterina non sia in una "colonia" infame siberiana.
Tolokonnikova, considerata la stratega del gruppo, mentre parte per Perm in Siberia situata sul fiume glaciale Kama ai piedi dei monti Urali








Nadia, Maria in


Siberia


Per le altre due movimentiste, sono stati confermati i due anni di carcere richiesti dall'accusa. Alla lettura della sentenza Nadia e Maria sono rimaste impassibili e non hanno dimostrato di non nutrire alcun rancore contro Katia, che ha ascoltato la sentenza. Le Pussy Riot (per le quali gran parte dello star-system mondiale, dai Red Hot Chili Peppers alla Ciccone dagli Abruzzi, s'è mobilitato assieme al campione del mondo di scacchi Gary Kasparov) avevano chiesto scusa ai fedeli della Chiesa Ortodossa, senza però mai pentirsi del loro gesto, in quanto "l'azione è di stampo politico ed esclusivamente contro Putin, come era stato chiesto loro dalla Chiesa stessa, senza che questa si degnasse di ascoltare le donne". Per questa ragione Maria Aliokhina, studente di quarto anno presso l'Istituto "Giornalismo e Scrittura Creativa" di Mosca e Nadia Tolokonnikova, che Amnesty International l'ha definita "una prigioniera di coscienza a causa della "gravità della risposte giuridiche delle autorità russe" è quella più esposta e nel centro del mirino di ogni milizia russa. Le due componenti della band punk femminista Pussy Riot condannate a due anni di carcere, sono state trasferite in due differenti colonie penali lontano da Mosca, lontano dalla loro casa, dai loro mariti, dai loro figli. Maria sarà prigioniera in una colonia penale di cui non si sa ancora nulla. Nadia è già stata spedita in Siberia a 2mila chilometri da Mosca, reclusa in una colonia definita dalle altre Pussy Riot, visto che ormai è un movimento di migliaia di donne molto giovani, la più dura delle colonie, non si chiamano più gulag, ancora attive.
Perm, in Siberia, Colonia abbandonata. In realtà è solo
Propaganda per dire che in Russia i Gulag non ci sono più


L'infinita galassia siberiana

Si, la più dura, considerati i tanti morti dissidenti dal governo Centrale del Pcus morti nel vento e nel gelo del silenzio siberiano. Forse ce l'hanno così tanto con Nadia perché è così bella e intelligente, speriamo che non le tolgano intelligenza e bellezza. Condannate, giovani madri, con un'accusa ridicola, beffarda per quanto miserabile nel suo caustico e corrosivo significato storico che si cerca di passare alla sinfonia di regime: “teppismo motivato da odio religioso”. Mi chiedo cosa dovremmo scrivere allora di tutti i preti, suore, al chiuso di seminari pedofili sparsi nel mondo? Adolescenti vittime di soprusi e vessazioni sessuali? Che dovremmo dire del padre messicano Marcial Maciel Degollado fondatore della Legione di Cristo e del movimento Regnum Christi morto nel 2008 e rimosso da Papa Benedetto XVI dal ministero dopo un'indagine iniziata sotto Wojtyla che gli ordinò di passare il resto dei suoi giorni in preghiera e penitenza. Da potentissimo prelato in Vaticano dal 1970 al 2003, ha visto numerosi avvicendamenti. Negli anni '80 è intimamente amico di molti cardinali, tra in special modo del Cardinale Angelo Scola, già Patriarca di Venezia e ora membro della Congregazione per il Clero e di quella per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Ma era anche stupratore seriale di tanti minori al di sotto dei cinque anni, relazioni mantenute con almeno due donne anche se il sospetto è che ne furono molte di più, da cui ha avuto sei figli che a sua volta violentato e morfinomane. Per queste divergenze dove è passato un cavaliere nero senza falce ma col pugnale, dove il caos ha soffiato, come lo scompiglio, il soqquadro, il macello, la bolgia, il frastuono della protervia fino allo strazio più lacerante e profondo strazio delle anime, ritengo sia necessaria un'equità imparziale capace di donare alla morte una goccia di splendore. Un'equità dura, ma molto più dolce in quanto totalizzante ed eterna, vera, poiché è l'origine di tutto. E' bello vivere in questa speranza, un amore immacolato capace di pulire ciò che ha macchiato l'anima di milioni di bambini e bambine, a cui hanno rapito l'essenza del loro essere per sempre.

*Il vero orrore*

Odio religioso? Semmai, odio politico! L’odio religioso spinge i terroristi a incendiare le chiese o a farle saltare in aria, magari assieme ai fedeli in preghiera dentro e non ad andarci a danzare dentro. Si può parlare invece senz'altro di vera crudeltà da parte di chi ha avuto il coraggio di dare tanta sofferenza a due giovani donne e ai loro familiari. Una sanzione pecuniaria sarebbe stata una giusta pena, al limite, ma non carcere, basta con gli individui rinchiusi senza sapere di preciso dove, come, perché e fino a quando. La crudele condanna alle tre ragazze, secondo la veterana e attivista per i diritti umani Lyudmila Alexeyeva, è “una misura deterrente” per intimidire il movimento d’opposizione delle Pussy Riot, molto prolifico a Mosca  e anche nei paesi limitrofi, grazie a questi movimenti di attiviste e alla Rete. Spesso sono composte solo da donne che non accettano di subire inerme la spudoratezza di un uomo che con i dittatori dell'Unione Sovietica o Pcus, non ha nulla di diverso l'ex presidente del Kgb ora primo ministero della Federazione Russa. "L’offesa alla religione è solo un pretesto. La ragione vera è l’intolleranza dei  potenti verso coloro che amano la libertà e la giustizia" conclude in un articolo Lyudmila Alexeyeva.
Il Movimento Pussy Riot mentre manifesta a Mosca

Garry, con le sue Regine "scacca" il Re

Il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov, è da sempre un attivista contrario a Putin e non perde occasione per denunciare le violazioni perpetue del presidente russo contro la popolazione. Fuori dal Tribunale, oltre a lui, c’erano almeno 3mila persone che protestavano contro la sentenza di condanna emessa. Tra i manifestanti, 40 sono stati arrestati e fra questi c'era Kasparov, il mito. La polizia ha presentato un esposto assicurando che un giovane agente è stato morso proprio dal genio storico dello Scacco e che ha avuto necessità di ricevere cure mediche per un morso che avrebbe staccato una parte del lobo di un orecchio tra i tanti tafferugli. Ovviamente non è vero, perché i legali dello scacchista sono in possesso di un video che dovrebbe scagionare Kasparov e che mostra come di fatto Kasparov, per converso, sia stata vittima dell’aggressività della polizia russa. Basta guardare la clip appena sopra queste parole. Ora occorrerà attendere la conclusione delle indagini e capire se anche per lui il Tribunale russo decreterà un'esemplare sentenza di condanna, manipolando in chissà quale modo i filmati e costruendo testimonianze e prove per dare il "matto" al Grande Maestro e 5 volte campione del mondo della scacchiera. L'impressione è che questa volta Putin si vorrà togliere un sassolino dalla scarpa che lo tallona da diverso tempo. L'occasione gli è propizia e lui non è certo esente alla vendetta.

Io ho mosso, forza, tocca a te


"Sono ritornato dalla Russia rinfrancato. Ho respirato una ventata di libertà e democrazia". Silvio Berlusconi, ex premier italiano. Notare come Putin guarda Berlusconi, sembra pensare: "Pirla piazzista".




Oltre a festeggiare il 59° compleanno di Putin, Berlusconi ha appena lasciato uno dei pochi posti dove si sente ancora a suo agio. "In Russia nessuno gli fa domande sugli scandali sessuali e sui processi che deve affrontare in patria", confida a "Il Fatto Quotidiano" un alto ufficiale del Cremlino che conosce molto bene il tipo di relazione che intercorre tra Putin e Berlusconi. Qui, infatti, "l'italiano può contare sui consigli" del suo amico quando a casa i problemi a incalzano. Sono poche le notizie trapelate riguardo ai festeggiamenti privati del compleanno di Putin che, come da tradizione, si è svolto nell'isolata tenuta di Valdai, a metà strada tra Mosca e San Pietroburgo. Ma secondo l'alto ufficiale del Cremlino il Cavaliere si è come al solito "lamentato di non riuscire a controllare giudici e pm". È in Russia che da tempo il Cavaliere cerca la soluzione per cancellare le inchieste che lo coinvolgono. Inchieste che qui non sarebbero mai iniziate: i giudici sono già asserviti al volere del Cremlino, mentre gli uomini di Putin controllano il Ministero della Difesa e degli Interni. E Berlusconi non nasconde la sua voglia di assomigliare allo Zar russo: "Magari il presidente del Consiglio italiano avesse i poteri del premier russo", avrebbe detto ai suoi deputati prima di partire per il compleanno di Putin, secondo il quotidiano Libero. Ma chi avete votato? Vi rendete conto, almeno ora, della cazzata fatta e di cui pagherete amare conseguenze?